| Nome: A Thousand Years Under the Sun Autore: Matthijs Holter Data di Pubblicazione: Dicembre 2011
Prezzo: Il gioco si scarica liberamente dal sito dell'autore
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La settimana scorsa al Play 2012 ho avuto la possibilità di
incontrare Matthijs Holter, l’autore dei già recensiti Zombie Porn e Love in the Time of Seið. Mi sono fatto autografare Zombie Porn, e pare che l’autore sia tra l’altro rimasto piuttosto colpito da questa mia richiesta. Abbastanza da farmi
una foto col cellulare, a me col mio Zombie Porn autografato, tanto perché la
cosa non andasse perduta.
Nell'egocentrica e vanagloriosa speranza che tale foto fosse stata pubblicata
sul suo blog sono ovviamente corso su Nørwegian Style (il suo blog, appunto), scoprendo due cose. La
prima è che non aveva pubblicato la foto del sottoscritto (ah, ma
ogni cosa ha suo tempo). La seconda è che qualche mese fa ha pubblicato un
gioco gratis di nome A Thousand Years Under the Sun.
Incuriosito dal titolo (sapete che a me questi titoli
cosmici gasano un sacco), me lo sono scaricato, l’ho giocato, e ora lo
recensisco.
Il gioco è particolarmente intrigante. È un gioco cosiddetto
nordico: niente dadi o altra roba aleatoria. Le meccaniche prevedono l’utilizzo
di carta e matita.
Fondamentalmente, i giocatori andranno progressivamente
componendo un disegno, e con esso la storia del mondo di gioco.
Sul foglio iniziale si disegna inizialmente un paesaggio
(“le steppe”). Si mette qualche montagna, delle foreste, rocce…
A partire da un primo giocatore poi ognuno avrà varie
possibilità tra cui scegliere durante il proprio turno. Ogni giro completo di
giocatori equivale a 100 anni.
Tra le possibilità a disposizione del giocatore di turno c'è quella di aggiungere un elemento al paesaggio iniziale: in tal
caso lo disegna, dice di che cosa si tratta, e mette di fianco a lui una sorta
di arco vitale (growth arc, in lingua originale). La quantità
e il tipo di archi vitali è limitato: si differenziano in base alla loro
lunghezza.
Ogni arco vitale infatti ha un certo numero di “tasselli”
per la crescita e la caduta, e in cima hanno il proprio apice. Quando un
giocatore vuole rimaneggiare un elemento inserito precedentemente sul disegno,
deve prima controllare che l’arco glielo permetta.
Se
rimangono posti disponibili sulla parte della crescita, infatti, un giocatore può osservare quell’elemento crescere;
in tal caso il giocatore aggiunge anche la sua iniziale nel primo tassello disponibile sull'arcata della crescita, aggiunge o modifica qualcosa nel disegno, e parla di un personaggio
che durante questo periodo è stato coinvolto in ciò che ha descritto.
Se l’arco della crescita è completato si può osservare
qualcosa raggiungere il suo apice, dopo di che l’unica scelta disponibile sarà
quella di vederlo declinare, e infine morire. Anche in questi casi si procederà
modificando il disegno e parlando di personaggi vissuti in questo periodo
storico.
Il gioco termina, come suggerisce il nome del gioco, dopo
1000 anni. Cioè dopo che ogni giocatore si è fatto 10 turni. La partita può
anche finire prematuramente nel caso finiscano gli archi vitali, eventualità
che può presentarsi dato che si può “tagliare” osservando morire qualcosa prima
che questo raggiunga il suo apice, e dunque l’arco vitale finisce più
velocemente del previsto.
Essendo il gioco tutto qui, mi è parso che sia giocabile
davvero da chiunque, persino dei bambini (trai playtester ci sono, credo,
moglie e figli dell'autore, per dirne una). La cosa ha determinate
conseguenze: una tale libertà narrativa quasi incontrollata risulta effettivamente
piacevole, ma permette di introdurre nel mondo di gioco praticamente ogni
tipo di elemento. Da noi a un certo punto sono arrivati dei misteriosi
visitatori dallo spazio che non c'entravano proprio nulla (tra l’altro scomparsi il turno immediatamente
successivo per mano dello stesso giocatore che li aveva inseriti), mentre trai
disegni di esempio presenti sul manuale vedo un meteorite. Che a dire il vero
può ben avere tutto lo stile che vuole, ecco, però appunto la situazione ammetterete
che può anche sfuggire di mano.
Forse la cosa è evitabile stabilendo prima dei limiti e
delle convenzioni tra i giocatori. È un giochetto sfruttato fin troppo
facilmente nei giochi di ruolo, ma qui credo che potrebbe avere una sua felice
applicazione nell’impartire quantomeno un certo “senso creativo comune” trai
giocatori. Perché magari uno si impegna nel mettere roba epica nel mondo di
gioco, poi arriva uno che gli fa arrivare un’invasione di robot armati di lattine di Coca-Cola Lite che esplodono mediante un sistema a mentos. È un po' quello che si è verificato con i visitatori dallo spazio alla mia partita di martedì.
Per quanto si giochi disegnando non temete: non serve essere usciti dall'accademia di belle arti per giocare a A Thousand Years Under the Sun. Sono andato avanti per tutta la partita disegnando omini-stecco che facevano pietà, e questo non ha assolutamente impedito il normale svolgimento della partita. Vorrei comunque vedere quattro o cinque persone capaci di disegnare sul serio alle prese con questo gioco. Riprenderei tutto con una visuale dall'alto, ne farei un filmato in HD e lo velocizzerei a 10x per vedere il disegno che si compone a raffica.
Per quanto si giochi disegnando non temete: non serve essere usciti dall'accademia di belle arti per giocare a A Thousand Years Under the Sun. Sono andato avanti per tutta la partita disegnando omini-stecco che facevano pietà, e questo non ha assolutamente impedito il normale svolgimento della partita. Vorrei comunque vedere quattro o cinque persone capaci di disegnare sul serio alle prese con questo gioco. Riprenderei tutto con una visuale dall'alto, ne farei un filmato in HD e lo velocizzerei a 10x per vedere il disegno che si compone a raffica.
Chiudo con una curiosa annotazione: non so se sia normale, ma alla partita che ho fatto si è verificato quel curioso effetto in cui i giocatori decidono di appuntarsi tutto quello che emerge. Turno per turno, secolo per secolo, ci siamo scritti su un foglio le varie sotto-trame che si creavano, con nomi e cognomi delle persone mao a mano coinvolte, come se volessimo fare si che la visione d'insieme non andasse perduta. E pubblicheremo la cosa su un qualche forum, potete starne certi.
PRO:
- Carinissima l'idea del giocare disegnando. Non so se è la prima volta che l'idea emerge, ma di sicuro è la prima volta che mi capita di farlo;
- Per la prima volta ho davvero l'impressione che questo sia un gioco giocabile anche da dei bambini.
CONTRO:
- Bisogna auto-imporsi dei limiti per cercare di non inserire idiozie;
- Per la verità non è chiarissimo quale sia il numero ottimale di giocatori.
SINTESI:
Il sistema è semplice, si legge al volo, e bastano un foglio e qualche matita per giocare. A Thousand Years Under the Sun è figo ed è pure gratis (è sempre un buon incentivo). È uno di quei giochi che si dovrebbero trovare più spesso gratuitamente sui blog degli autori. Fortuna che Matthijs Holter di giochi gratis ne fa a manetta.