domenica 11 gennaio 2015

The Final Girl


Nome: The Final Girl

Autore: Bret Gillan

Editore: Gas Mask Games per l'edizione originale, tradotto e distribuito in Italia da Coyote Press

Anno di pubblicazione: 2012 la prima edizione originale, 2013 l'edizione italiana

Prezzo: 9.90€ l'edizione italiana. Il gioco originale era venduto sull'un-store, ma ora è fuori catalogo.


The Final Girl è uno degli ultimi arrivi nella collana "Play Away" della Coyote Press, che l'ha pubblicato al Lucca Comics & Games 2013.

La collana "Play Away" comprende quei giochi leggeri, brevi, con le regole semplici da imparare, adatti ad introdurre la gente al gioco di ruolo e utili per passare una serata in compagnia tra amici.

Il gioco che mi sto avviando a recensire risponde dunque a tutte queste caratteristiche: si esaurisce nel giro di un paio d'ore, si legge rapidamente, è comodo da consultare al volo se non lo si è studiato benissimo.

Con The Final Girl i giocatori creeranno collaborativamente una storia simile a quella di un film slasher, quel genere cinematografico in cui un manipolo di soggetti va incontro ad una morte violenta in seguito all'incontro con un qualche tipo di killer, che il più delle volte è un tizio mascherato e armato con un'arma da taglio. Al termine del film di solito c'è un solo sopravvissuto (spesso una ragazza, da cui il clichè della "final girl" che dà il nome al gioco), mentre il cattivo di solito crepa, anche se poi salta fuori che in qualche modo è sopravvissuto, il che lascia la porta aperta ad eventuali sequel. Pellicole di riferimento possono essere Halloween, Nightmare, Venerdì 13, Il Giorno di San Valentino, e i rispettivi sequel, prequel, remake, crossover, spin-off o rip-off. Va detto che non sempre il cattivo è un tizio mascherato, a volte è un mostro e basta. Si veda Alien o Predator, per esempio. Il gioco dà anche la possibilità di gestire casi come questo.

A inizio partita i giocatori decidono assieme un po' di cose. Praticamente fanno il pitch del film: decidono dov'è ambientato, chi è il killer, chi sono i protagonisti. Questa è una scelta particolare da parte dell'autore, perchè cominciamo la partita possedendo una serie di informazioni che teoricamente in un film slasher vengono ottenute solo dopo parecchio tempo. Per esempio, la vera natura del killer viene di solito svelata solo nelle ultime scene. A volte essa non viene addirittura rivelata: penso a Halloween, che viene di solito considerato il primo slasher: John Carpenter, il regista, nei suoi film è fissato con questa violenza inarrestabile, inumana, e inconcepibile; il cattivo di Halloween, Michael Myers, incarna quest'idea di una macchina che uccide, assolutamente impossibile da fermare e comprendere. Alla fine del film non è chiaro chi Michael Myers sia, cosa voglia, perchè gli sparino al petto più volte con una magnum e si faccia un volo di cinque metri giù da un balcone e riesca a sopravvivere. È così, e basta, e il pubblico rimane sbigottito e angosciato. Quella è l'angoscia che il regista ti vuole lasciare verso la violenza inumana che lui vede nel mondo.

Per cui, già una cosa così The Final Girl non la fa. L'autore sembra esserne parzialmente cosciente: da una parte è pur vero che nell'ultima pagina fa un elenco di film che "possono non essere belli, ma sono dei buoni esempi del tipo di film horror che potrete mettere in scena con The Final Girl", e Halloween, per riprendere l'esempio di poc'anzi, in effetti non vi compare. Sembra perciò ammettere, con questo, che il gioco se la cavi solo nel creare cose abbastanza ignoranti e a bassa caratura intellettuale. Allo stesso tempo, però, nell'introduzione Bret esprime il desiderio di creare con questo gioco la trama di un "film horror che sia interessante e unico". Non sono sicuro che egli abbia raggiunto l'esito che voleva, perciò, se come vedremo il suo gioco finisce per creare invece sempre e solo una trama di massacro ignorante e truculento, senz'altro vicina a quella delle pur divertenti pellicole della Asylum, e piuttosto lontana, invece, da quelle che sono le vere perle del genere. Questo gioco guarda dunque a pellicole quali Piranha 3D o Boa vs Python, roba adatta solo per accompagnare una birra particolarmente pesante, o perfetta da far vedere a una ragazza sperando che non ne possa più e ve la sbatta in faccia seduta stante per mettere fine allo strazio.

Dopo avere dibattuto riguardo a quello che è praticamente tutto il background del proprio film, dunque, i giocatori dovranno creare una serie di personaggi, i quali finiranno per essere più o meno il doppio del numero dei giocatori al tavolo. Ogni giocatore è caratterizzato da un nome, da un concetto ("l'ubriacone", "il palestrato", "il nerd", quello che si vuole)... e basta. Si scrivono queste due cose su un post-it, e si mettono tutti i post-it al centro del tavolo.

Da qui si comincerà a giocare. Ci saranno tre scene introduttive, ovvero tre scene di roleplay libero, in cui ogni giocatore controllerà un personaggio (non necessariamente uno di quelli che ha creato all'inizio), e in cui non morirà nessuno. Funziona che uno dei giocatori, che sarà detto Assassino, fa il framing della scena, decidendo dove ci troviamo e quanto tempo è passato dalla scena precedente; anche questo giocatore, in questa fase, controllerà un personaggio; l'unica differenza è che dopo un po' potrà chiudere la scena, passando il suo ruolo di Assassino al giocatore successivo. Durante queste tre scene l'unica cosa che materialmente succede è che se scopriamo delle relazioni tra i personaggi (per esempio che sono amici, nemici, o che si fottono vicendevolmente) queste relazioni vengono appuntate sul post-it di entrambi i personaggi.

Dopo queste prime tre scene, si passerà alla scena detta "primo sangue". Da qui in poi il giocatore che ricoprirà il ruolo di Assassino non controllerà un personaggio, ma si occuperà di fare entrare in scena il killer, narrandone le gesta. In questa scena succede che i giocatori cominciano tranquillamente a giocare nella scena che viene impostata dall'Assassino. Solo che a un certo punto l'Assassino narra l'ingresso in scena del killer, e fa una strage, descrivendo la morte di tutti i personaggi in questo momento controllati dagli altri giocatori.

Il ruolo di assassino a questo punto passa al giocatore successivo, e da qui in poi nelle scene successive a un certo punto l'Assassino farà entrare il killer in scena, e proverà ad ammazzare uno degli altri personaggi presenti in scena. Da una pescata di carte, che non vi sto a dire come funziona, si vedrà se il killer ci riesce o se fallisce. Se non ce la fa, proverà ad ammazzare qualcun altro, e via dicendo fino a che non riesce ad ammazzare uno dei personaggi. Qui la scena termina e si passa a quella successiva. E il ruolo di Assassino, puntualmente, passa da un giocatore all'altro.

Si arriva infine ad avere un numero di personaggi pari a quello dei giocatori in gioco meno uno. Quando ci si trova così, si passa all'atto finale, che funziona praticamente come le scene precedenti: uno fa il killer e gli altri gestiscono tutti i personaggi restanti; la differenza sta nel fatto che quando il killer riesce ad ammazzare un personaggio, la scena non si ferma, e la carneficina va avanti fino a che di personaggi non ne rimane solo uno, la proverbiale "final girl" del titolo (non è comunque detto che debba per forza essere una ragazza), del quale si narrerà la fuga precipitosa e l'eventuale uccisione del killer, a seconda dei gusti dei giocatori.

Il gioco sta in pratica tutto qui. Come si vede è molto leggero, sia nelle tematiche che nel gameplay. Come dicevo, non ha molto a che vedere con gli slasher più sofisticati. Non c'è modo di creare una trama che lasci davvero di stucco, dare vita a colpi di scena agghiaccianti, o ricreare situazioni fighe e uniche come, che ne so, quando in San Valentino di Sangue 3D lo spettatore si ritrova davanti due personaggi, capisce che uno dei due è il protagonista e l'altro è il killer, ma non sa decidersi su quale dei due sia il buono e quale dei due sia lo stronzo che per tutto il film ha ammazzato gente. Queste cose, qui, non possono succedere.

Di queste cosa tocca farsene una ragione, anche se come vedete è dura.

In ogni caso, la domanda è: al di là del creare una trama forse vicina solo agli slasher meno raccomandabili, questo gioco è appagante? Raggiunge i suoi scopi?

Ok, le domande sono due.

La risposta alla prima è un "si", entro certi limiti. Bisogna cioè essere coscienti che il gioco crea attorno al tavolo quell'atmosfera selvaggia e ignorante che ad alcuni piace molto, ma che in verità alla lunga rischia senz'altro di essere stancante. In pratica un gioco come The Final Girl è senz'altro perfetto per accompagnare una serata ogni tanto in cui si cerca un divertimento facile, che si esaurisca nel giro di poche ore.

La risposta alla seconda invece è un "mica tanto". Come s'è già detto, l'introduzione sembra promettere aspettative ludiche forse più sofisticate di quanto poi il gioco è effettivamente capace di offrire. Inoltre, non ho potuto fare a meno di notare che il gioco forse è fin troppo veloce al momento di essere giocato. Il catalogo della Coyote Press promette 2/3 ore di gioco, ma a me è capitato di gestire due tavoli contemporaneamente come facilitatore, presentando il gioco a una dozzina di persone che non l'avevano mai giocato, ed entrambe le partite, pur rallentate dall'inesperienza generale e dalla difficoltà del gestire una cosa del genere, sono finite in poco più di due ore, spiegazione compresa. Un'altra volta ho giocato con quattro persone completamente all'oscuro del gioco, di cui due ragazze che mai avevano avuto esperienze di gioco di ruolo prima, e in questo la partita è durata circa un'ora e mezza, compresa di spiegazione. Tra giocatori che già conoscono il gioco ho il sospetto che la partita possa durare, al più, un'ora.

Un'altro difetto del gioco sta nell'assenza di materiale narrativo che spinga davvero il roleplay nelle prime scene del gioco. Mano a mano che si procede diventa infatti facile costruire scene, interazioni e azioni sulla base di quanto s'è visto nelle scene precedenti, ma all'inizio, quando ci si ritrova con un personaggio a malapena abbozzato in mano, e ci si guarda negli occhi aspettando che qualcuno trovi qualcosa da dire, i momenti di imbarazzo sono frequenti. Bisogna buttarsi a capofitto, e aiutarsi a vicenda, perchè se uno non ha l'idea pronta e non riesce a inventare gioco dal nulla entro breve è davvero complesso riuscire ad avviare il motore della partita, con il risultato che una partita potrebbe partire scarica, o diventare subito una coglionata, e non riuscire più a riprendersi nel corso delle (poche) scene successive.

PRO:
- Veloce da leggere;
- Veloce da imparare;
- Veloce da spiegare;
- Veloce da finire...

CONTRO:
- ...forse fin troppo;
- Rappresentazione del genere slasher decisamente approssimativa;
- L'impaginazione potrebbe essere più professionale;
- Mette così pochi paletti alla narrazione che talvolta è effettivamente difficile creare fiction convincente.

CONCLUSIONI:
Non definirei mai The Final Girl come un gioco che non deve mancare nella propria libreria: è troppo stupido e troppo poco convincente perchè possa essere considerato un gioco da one-shot immancabile. Resta, pur coi suoi limiti, un gioco senz'altro carino, specialmente per chi cerca quel divertimento facile e grezzo tipico di altri giochi di ruolo come Ninja Burger, Piledrivers & Powerbombs, Danger Mountain, quella roba lì. Ci sono volte, in sostanza, che un'esperienza ignorante come queste può non fare schifo, e può essere esattamente ciò che si cerca. Conosco gente che dice che il proprio gioco preferito è Grandi Dèi Orki, per capirci. Se ritenete di appartenere a questo gruppo di persone, non posso a questo punto fare altro che raccomandarvi The Final Girl. In caso contrario, magari provate questo gioco se vi capita, e potreste pur nei suoi difetti scoprirvi un giochino simpatico, comodo da avere in libreria e da mettere sul tavolo di tanto in tanto.

NOTA:
L'autore si è tirato fuori dal mondo del game design, e ha tolto dalla circolazione l'edizione originale del gioco (nonchè l'altra sua creazione, Cold Soldier). The Final Girl è comunque ancora reperibile in italiano nell'offerta della Coyote Press. Non è chiaro cosa accadrà quando le copie saranno finite; Iacopo Frigerio, il presidente della Coyote Press, ha dichiarato che quando questo avverrà provvederà a contattare l'autore e chiedergli come preferisce che si proceda.

3 commenti:

  1. Alex, ti segnalo solo che il gioco in Italia è stato pubblicato nel 2013.

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  2. Ho aggiornato il post menzionando che l'autore si è ritirato dal game design.

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